Sentiamo di dover prendere una posizione a fronte delle ripetute decisioni adottate dall’Amministrazione comunale che ci pare rischiano di svilire il prestigio di quella professione forense alla quale ci siamo entrambi affacciati in tempi diversi, ma con la medesima consapevolezza, di vivere cioè in una Città che ha dato nomi autorevoli che di questa professione hanno contribuito a fare la storia e la tradizione nella nostra Regione e non solo.
Il ripetuto ricorso da parte del Comune di Crotone a pure assai autorevoli professionisti, le cui indubbie e meritorie capacità sono fuori discussione ma esercitanti fuori provincia è una scelta discrezionale che pare basarsi su una scelta comparativa che porrebbe la classe dei professionisti locali, in condizioni di subalternità e che finisce inevitabilmente per svilire agli occhi della pubblica opinione, in un momento oltretutto di estrema difficoltà per tutti, una categoria che mai ha demeritato e che tanti nomi illustri ha dato anche tra gli amministratori che questa Città nel corso degli anni hanno guidato.
Non vogliamo credere che simili, reiterate scelte che ci pare arduo possano considerarsi, oramai, frutto di semplice causalità, debbano decifrarsi, alla stregua di una magari inconsapevole nemesi, nei confronti di una categoria composta da concittadini che con il populismo gridato e vacuo hanno sempre avuto poco a che spartire.
La nostra riflessione, viene, doverosamente, dopo condivisibili prese di posizioni ben più autorevoli, provenienti dal consiglio dell’Ordine degli avvocati e dalla Camera penale di Crotone che in modo diretto e franco hanno espresso un disagio che è di chi questa professione la pratica al pari di chi ad essa si affaccia con speranza e la necessaria riverenza.
Riteniamo che sulla vicenda di alcuni prestigiosi incarichi professionali conferiti in questi ultimi mesi dall’Amministrazione comunale di Crotone si debba riflettere e vada aperto un confronto.