In quello che è diventato un braccio di ferro tra pro e contro Dad manca forse la visione a lungo raggio che tiene conto di una incontrovertibile verità: il dopo. 

A richiamare l’attenzione c’è un interessante articolo pubblicato sul “Sole24 ore”, e che riporta i risultati di primi studi internazionali sulle competenze degli alunni costretti a lockdown più o meno prolungati e al ricorso alle lezioni on line a causa del Covid-19. 

Dal confronto con gli altri Paesi europei l’Italia ne esce con le ossa rotte perché, mentre nel nostro Paese ad agosto “non conosciamo neanche la moglie”, in Francia si è proseguito con la scuola ed i laboratori per compensare lacune e mancanze dovute al lockdown. 

Maggiore è la differenza tra gli studenti che hanno un maggiore aiuto da parte della famiglia che ha mezzi e strumenti per seguirli nel percorso di studio.
“In Francia, già dalla scorsa estate, a differenza che da noi, si è messo in campo un sistema di attività compensative, articolate poi sino all’autunno a scuola iniziata, per provvedere al recupero delle competenze carenti che sono state accertate mediante specifiche prove con l’apertura delle scuole.”

Mentre in Italia si aspetta maggio per andare al mare, i cugini d’oltralpe hanno studiato intensamente e sono corsi ai ripari per colmare lacune nelle materie tecniche scientifiche nelle quali solitamente i genitori sono meno “ferrati”.

Un effetto cumulativo peggiorativo dell’apprendimento dunque quello che si vuole scongiurare “la perdita di apprendimenti causata dalle 14 settimane di chiusura da marzo sarebbe probabilmente superiore al 30%” e questo è il dato dell’intero Paese.”

Se ci soffermiamo sulla Regione Calabria che ha avuto scuole con didattica in presenza e scuole con la sola DAD non siamo in grado di quantificare la distanza culturale che si è creata e quanto serve per recuperare.

Queste domande forse dovrebbero porsele gli amministratori che potrebbero proporre corsi di potenziamento estivo e ti recupero per dare pari possibilità ai nostri studenti di competere in mercati nazioni e internazionali.

Se è vero che l’ottica delle scelte politiche sono incentrate alla costruzione di una generazione e non di una prossima elezione.