Si avvicina la data delle elezioni provinciali, appuntamento di cui frega poco a pochi e ancora meno ai cittadini che sentono la Provincia come un ente lontano, distante e più o meno inutile.
Un sentimento figlio di una riforma a metà che ha trasformato le Provincie, invece di cancellarle, in enti di seconda fascia, depotenziandone le competenze e lasciandoli senza soldi.
Classica riforma all’italiana.
Ma a Crotone, contrariamente a quanto succede nel resto d’Italia, anche le elezioni provinciali diventano momento di scontro e di frammentazione.
I sindaci del PD, nelle scorse settimane, si sono incontrati per definire una linea per il prossimo appuntamento elettorale. La decisione alla fine di una lunga riunione è stata quella di appoggiare la candidatura del sindaco Voce.
Scelta, questa, contrastata dalla segretaria cittadina del Partito Democratico, Antonella Stefanizzi, e osteggiata dall’unico consigliere comunale crotonese di centrosinistra, Andrea Devona.
Il sindaco Voce, nella serata d’addio all’ex assessore Cretella, ha annunciato la propria candidatura a presidente della Provincia e l’accordo con il PD.
Il Partito Democratico per ora, attende le decisioni finali così capiremo se si piegherà totalmente ai diktat vociani (lista senza l’ingombrante simbolo del PD) o avrà un’impennata d’orgoglio.
Ma se il PD deve scegliere come scendere in campo, il fronte “vociano” ha animato questo weekend con una serie di defezioni che non tralasciano vedere nulla di buono all’orizzonte.
Diamo uno sguardo ai numeri: Voce ha in maggioranza 17 consiglieri, più lui e il presidente del Consiglio, Giovani Greco.
Nei giorni scorsi il sindaco di Crotone ha annunciato di voler presentare una propria lista per le provinciali, composta da 10 candidati.
La domanda nasce spontanea; perché una maggioranza composta da diciassette consiglieri dovrebbe candidarne ben dieci sapendo di poterne eleggere massimo due?
“A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”, diceva Giulio Andreotti.
Può essere che Voce volesse candidare dieci dei suoi perché non si fida a lasciarli liberi?
La risposta al quesito è arrivata proprio in questo fine settimana.
Dei diciassette consiglieri “vociani”, ben quattro (Salvo Riga, Anna Cantafora, Enzo Familiari e Giada Vrenna) hanno annunciato di non voler sostenere il sindaco e già fatto rotta verso altri lidi.
La notizia non è proprio un lampo a ciel sereno. Gli avvisi di un ammutinamento erano già evidenti e da tempo.
Salvo Riga ha apertamente e pubblicamente criticato la Giunta Voce, tanto da abbandonare la carica di presidente della commissione Urbanistica.

Enzo Familiari sembrerebbe sempre più in rotta con il sindaco Voce.

Ultimo elemento di scontro le dimissioni di Sandro Cretella da assessore e la gestione della scelta del successore. Sembrerebbe che la scelta dell’avvocato Filiberto sia stata fatta in perfetta solitudine dal sindaco con l’avallo della sola Dalila Venneri, sempre più vicina al sindaco dal giorno dopo la fine delle elezioni regionali (per la serie te ne ho dette tante ma “scurdamoci o passato”).

Giada Vrenna, da tempo, ha aderito a Italia Viva, ma appare sempre più vicina a Mario Megna e sta partecipando alle riunioni per Ferrari.
Vera sorpresa, invece, è Anna Cantafora, mai apertamente schierata contro il sindaco Voce, ma da ex storico militante e dirigente del Movimento Sociale, prima, e di Alleanza Nazionale dopo, e con una tradizione familiare che guarda da sempre a destra, difficilmente la Cantafora potrebbe
sostenere un accordo con il PD. Si chiama coerenza, ma in molti ne hanno dimenticato il significato.Ma la “defaillance” tra i vociani non sarebbero terminate qui.
Ci sono almeno altri tre consiglieri comunali che stanno già guardando da un’altra parte.
Ginetta Tallarico avrebbe apertamente criticato la scelta dell’alleanza con il PD che non vuole sostenere, magari anche attirata dalle sirene del suo paese d’origine, Savelli, schierato per Ferrari.
Infine, c’è Antonella Passalacqua, con un passato nelle file di Azioni Giovani, movimento Giovanile di Alleanza Nazionale, quando questo era guidato da Gianfranco Turino. La Passalacqua è, da tempo, in rotta di collisione con l’assessore alle politiche sociali, Filly Pollinzi, e di
conseguenza emarginata nella sua stessa maggioranza. Voglia di sostenere Voce e il PD in questa tornata elettorale, non ce n’è, e la tentazione di ritornare al suo primo amore politico è forte. Su questo punto sarà importante capire cosa succederà sull’elezione del presidente della commissione Politiche sociali da sempre ambizione della Passalacqua, ma elemento di scontro con la Venneri (ma questo tema lo tratteremo in un altro articolo).
Accanto alla Passalacqua c’è Domenico Ceraudo, combattuto tra la fedeltà al sindaco, parente, Voce e il legame con la consigliera del suo gruppo. Quale tra i due sentimenti prevarrà nell’appuntamento elettorale per la Provincia?
E se nelle elezioni provinciali, dall’urna di Crotone, il sindaco dovesse uscire con meno dei diciannove voti che oggi si conta, e magari in netta minoranza, che succederebbe alla sua amministrazione?
Saranno tempi duri per il sindaco Voce con una maggioranza sempre più traballante, con un Cretella in meno, e con una competizione elettorale che, dopo la sonora sconfitta subita alle regionali, non può essere persa in modo così eclatante.
Ritiro della candidatura in corso?