Giochi di potere, strategie politiche, inciuci di palazzo… il Consiglio comunale di Crotone, nonostante una “produzione amministrativa” che non brilla, dal punto di vista politico comincia a destare qualche curiosità.
Nel primo Consiglio comunale della città capoluogo condotto dall’antipolitica, la politica e i partiti cominciano a prendere spazio.
È giusto ricordare che il sindaco Voce è arrivato a sedersi sulla poltrona da sindaco cavalcando un’onda di protesta e ergendosi a portavoce dell’antipolitica.
Non un innovatore, nemmeno un rottamatore, ma un vero e proprio spazzatore, uno che avrebbe spazzato via la politica dal palazzo.
Certo questi erano i propositi di piazza Marinai d’Italia, perché poi, la realtà si è presentata totalmente diversa.
Il primo atto politico di Voce sindaco, leader dell’antipolitica, è stato quello di aumentare i costi della politica, tant’è che la Giunta Voce è la più numerosa della storia della città di Crotone. Mai nessun sindaco prima di lui aveva nominato una giunta con ben nove assessori, sia Senatore, che Vallone che Pugliese si erano fermati ad otto.
Ma a Voce tutto è stato consentito, o almeno così era all’inizio, anche di inserire nella sua squadra di governo della città, un uomo di provenienza e matrice politica, evidenti e riconosciute, come Antonio Scandale, nominato assessore al Bilancio.
Misteri dell’antipolitica in salsa pitagorica.
E dopo un anno da quell’elezione che doveva segnare lo spartiacque tra il vecchio ed il nuovo mondo, il Consiglio comunale di Crotone comincia ad assumere una connotazione politica che si rifà ai vecchi schemi, proprio quelli che questa amministrazione avrebbe dovuto spazzare via.
Infatti, dopo la competizione regionale che ha visto l’ingresso di Tesoro Calabria e di Enzo Voce, nel centrosinistra calabrese, ora arriva l’appuntamento elettorale delle provinciali che ha rinforzato il nuovo asse progressista, con Voce candidato alla presidenza dell’ente intermedio con il sostegno del PD e la buona pace di Stanchi dei Soliti che di questo accordo non ne vogliono proprio sapere e fanno ancora finta che non ci sia.
Ed è chiaro che la coalizione che si è presentata prima alla Regionali e ora alle Provinciali, avrà ripercussioni anche sull’assetto dell’attuale Consiglio comunale, dove nasce un fronte progressista rappresentato proprio dalla maggioranza.
Ed in maggioranza, gli oltranzisti di Stanchi dei Soliti dovranno decidere se adeguarsi al nuovo corso oppure passare all’opposizione. Una scelta forzata se questo scenario dovesse realizzarsi, una scelta che metterà alla prova i quattro consiglieri di Andrea Arcuri. Seguiranno tutti e quattro il capo, anche contro Voce, oppure saremo davanti all’ennesima spaccatura?
Se sarà o meno un centrosinistra ufficiale dipenderà anche dall’esito delle elezioni provinciali. Difficile vedere un Voce che governa l’ente intermedio con il PD, e contemporaneamente governa la città di Crotone contro il PD.
Un PD che a Crotone non ha ufficialmente Consiglieri comunali, se non Andrea Devona, eletto nelle file dei Democratici Progressisti, la lista di Flora Sculco, che aveva in Danilo Arcuri il proprio candidato a sindaco, ma da cui si è allontanato confluendo in un’area PD, adesione resa plastica dal sostegno dato da Devona alla lista Dem alla regionali ed in modo particolare al sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, oggi diventato consigliere regionale.
Che farà Devona? Transiterà in maggioranza alzando in consiglio comunale il vessillo del PD e magari indicando anche un assessore nella giunta Voce, oppure continuerà a fare opposizione, rendendo più complicata l’avvento del centrosinistra nell’assise cittadina?
I primi segnali di Devona vanno in direzione opposta alle decisioni del PD, tant’è che il consigliere DP ha dichiarato, quasi ufficialmente, il suo appoggio alle provinciali alle liste del centrodestra ed in modo particolare a Giuseppe Fiorino, con cui ha condiviso il percorso proprio nel centrosinistra all’epoca di Pugliese (sono stati entrambi candidati ed eletti con le liste a sostegno della candidata Barbieri, espressione proprio del PD).
Ma il fronte Voce non è l’unico che sta mutando in questa fase.
Se infatti il centrosinistra sta prendendo piede nel Consiglio comunale di Crotone, anche il centrodestra sta subendo modifiche strutturali.
Sono sparite dall’assise cittadina le sigle di Lega e Fratelli d’Italia, i cui consiglieri eletti (Marisa Cavallo e Andrea Tesoriere) sono transitati in formazioni civiche a causa dei dissidi interni ai rispettivi partiti. Cavallo e Tesoriere, oggi, si stanno guardando intorno, forse incuriositi dalle dinamiche politiche in corso, ma, per ora, per nulla attratti dai due nuovi poli.
Forza Italia, seppur apparentemente immobile, è attraversata da correnti interne che potrebbero modificarne radicalmente la fisionomia.
Sempre a causa delle regionali, gli equilibri interni tra i “berluscones” sono radicalmente cambiati. Torromino è il vero sconfitto dell’ultima competizione, mentre ne sono usciti trionfanti e vittoriosi chi ha sostenuto i candidati di Vibo Valentia, Comito e Fedele.
Una pattuglia, numerosa, guidata dalla coppia: Leo Pedace e Arturo Pantisano, che oggi sostengono con forza la candidatura del sindaco di Cirò Marina, Sergio Ferrari, a presidente della Provincia.
Pedace e Pantisano contano nell’assise pitagorica, ben sei consiglieri comunali (Pedace, Marrelli, Fiorino, Manica Fabio, Manica Antonio, e la Le Rose), più almeno tre consiglieri della maggioranza (si fanno i nomi di Salvo Riga, Enzo Familiari e Giada Vrenna).
Isolato Mario Megna che è, tra l’altro, tutt’ora il coordinatore cittadino di Forza Italia.
Per cui nel Consiglio comunale di Crotone, potrebbe nelle prossime settimane determinarsi un centrosinistra a guida Voce ed un centrodestra “diverso”.
In mezzo a questo caos, e quasi impermeabile a queste dinamiche, c’è poi Danilo Arcuri che, incurante di tutto, prosegue diritto sulla sua strada di “opposizione” al sindaco Voce, forte della sua competenza e spalleggiato dal sempre più combattivo Antonio Megna. Ai due poco importa di schierarsi con il centrodestra o con il centrosinistra. Loro si definiscono “territoriali” e come ha ribadito Enzo Sculco, nel suo ultimo comunicato, “sopra di loro nemmeno il sombrero”.
Se questo sarà un terzo polo oppure resteranno isolati nello scontro tra titani, lo scopriremo soltanto con il passare del tempo.