Di seguito la lettera inoltrata all’attenzione degli operatori dell’informazione da parte del dott. Vincenzo Garrubba.

Egr.io Direttore, le scrivo in merito a quanto circola di recente sulle ipotetiche trattative tra il Comune di Crotone e l’ENI perché, presumibilmente, l’ente comunale avrebbe dato ampia disponibilità a sbloccare gli iter amministrativi, tra cui il nuovo pozzo di estrazione a Capocolonna, che riguardano il gigante energetico, in cambio di benefit economici

. Tralasciando, per un attimo, il fatto che a quanto pare il Sindaco scelto dai crotonesi per la difesa dell’ambientale si è invece rivelato sotto questo aspetto il meno sensibile, il più impreparato ed il meno adatto, la questione, se fosse vera, sarebbe di una gravità enorme e costituirebbe un serio pericolo per la comunità.

Già nel 2014/2015, come ricorderà, feci personali osservazioni sulle concessioni alla ricerca ed esplorazione nei nostri mari a favore della Global Med, ebbene tali osservazioni riguardavano anche la nuova concessione all’estrazione a Capocolonna, di cui ENI è già in possesso.

A tal riguardo ritengo utile allegare alla presente le integrazioni di osservazioni ( in allegato alla lettera), allora inviate, valide ora più che mai, in cui facevo presente, documenti alla mano, che lo stesso gigante energetico, dopo aver ottenuto i pareri favorevoli osservava che la concessione stessa rilasciata era troppo vicina all’antica linea di costa , troppo vicina al cornicione a strapiombo della costa del promontorio, il ché avrebbe potuto procurare seri pericoli in termini di subsidenza ed erosione della costata stessa. Insomma il pozzo, che prevede un allungamento a nord della piattaforma a terra che si affaccia amare è troppo vicino alla scogliera, in un’area piena di vincoli tra cui il SIC di Capocolonna.

Ora mi chiedo come si possa solo ipotizzare il riprendere questo assurdo progetto anche alla luce dei recentissimi crolli del promontorio e dei conseguenti interventi preventivi straordinari a tutela dall’erosione costiera? (…)

Il voto non è andato a Voce, bensì è andato a alla “voce”, sinonimo di suono emesso dalle corde vocali che i crotonesi volevano forte nella battaglia ambientale ed in difesa in primis sulla vicenda POB Fase II, di cui il Sindaco invece ha cancellato le tracce nel dibattito politico, nonché su tutte le altre scabrose vicende che coinvolgono Crotone e l’ambiente, a cominciare dal deposito di GNL che non più tardi di qualche mese fa lo stesso sindaco definiva “fesseria”, salvo apprendere oggi che invece è cosa concreta, pericolosissima ed all’ordine del giorno.