«Davanti a tutti i vescovi italiani, di recente il Santo Padre ha dichiarato d’aver cambiato idea sul pensiero di Gioacchino da Fiore. Adesso il Papa la pensa in un modo tale che forse è arrivato il tempo per rinnovare l’interpretazione del pensiero di Gioacchino da Fiore e riportarlo alla sua bellezza teologica e alla sua capacità, anche propulsiva, di animare la storia». L’ha dichiarato monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, in un video di ringraziamento per aver ricevuto il primo Premio Città di Gioacchino da Fiore, ideato dalla sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, e svoltosi lunedì scorso nell’Abbazia florense, nel centro storico dello stesso Comune calabrese.
«Gioacchino – ha sottolineato il vescovo Staglianò – non concepisce la dottrina di Dio come dottrina, ma piuttosto come motore della storia, come forza e potenza di cambiamento delle relazioni umane, anche sociali e civili. Perciò la questione teologica di Gioacchino da Fiore ha un significato profondamente civile, sociale e direi anche politico. Le condizioni sono abbastanza ottimali – ha poi precisato – perché all’interno della Chiesa cattolica Gioacchino possa essere finalmente recuperato alla sua piena ortodossia». «Presentato da Ugo Floro e Francesca Russo, il Premio – ha detto la sindaca Succurro – è valso soprattutto a lanciare un messaggio di speranza dalla Calabria, partendo proprio dal pensiero dell’abate calabrese e dalla sua lettura trinitaria della storia. In questo periodo di gravi tensioni
internazionali e di crisi economica e sociale, la figura di Gioacchino, attualissima, è riferimento di speranza per l’intera umanità. Perciò, va resa popolare come stiamo facendo. Legato alla simbologia gioachimita, il premio – ha aggiunto la sindaca – è stato realizzato dal maestro orafo Luca Angotti. Il maestro Eduardo Bruno ha invece coniato la medaglia dell’iniziativa. Si tratta di due artisti di eccellenza della
Calabria. La manifestazione si è conclusa con un concerto di musica sacra di Juri Camisasca, che, insieme a Franco Battiato, può essere considerato erede di Gioacchino, per la straordinaria ricerca spirituale riportata nella musica». In tutto sono state 21 le personalità premiate, distintesi in vari campi per il loro esempio di speranza: lo stesso Staglianò e monsignor Dario Edoardo Vigano, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze sociali; il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo; l’atleta paralimpica Anna Barbaro; l’attrice Swamy Rotolo; don Enzo Gabrieli, postulatore della causa di beatificazione di Gioacchino da Fiore; il rettore dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Gianfranco Nicoletti; don Antonio Mazzi; il critico d’arte Vittorio Sgarbi; la giornalista Paola Militano, direttrice del “Corriere della Calabria”; l’imprenditore Antonino De Masi; don Giacomo Panizza; il chirurgo Giuseppe Brisinda, del policlinico universitario “Agostino Gemelli”; lo chef stellato Antonio Biafora; il vicepresidente di Unioncamere, Klaus Algieri; la filosofa del diritto Paola Barbara Helzel, docente dell’Università della Calabria; gli intellettuali Luigi Bitonti, Mario Bozzo e Francesco Polopoli. Due premi, infine, sono stati conferiti in memoria di Jole Santelli, primo presidente donna della Regione Calabria, e di Luigi Biafora, scopritore della prima chiesa in Sila di Gioacchino da Fiore, rinvenuta a Jure Vetere Sottàno.