Tra il 26 e il 29 novembre u.s., i Carabinieri delle Stazioni di Crotone, Scandale e Cirò Marina
hanno dato esecuzione a 3 (tre) misure cautelari, emesse dal Tribunale di questo centro nei
confronti di altrettanti uomini (due in stato d’arresto, di cui uno ai domiciliari e l’altro in carcere,
nonché uno destinatario del Divieto di Avvicinamento alle Persone Offese dal Reato), indagati, a
vario titolo, per “maltrattamenti in famiglia” e “atti persecutori”.
In particolare, il G.I.P. presso il Tribunale di Crotone, accogliendo le risultanze delle investigazioni,
condotte dagli operanti sotto la direzione della Procura della Repubblica del Capoluogo, ha ritenuto
rilevanti gli indizi di reità a carico di un:
a. 37enne, originario di Cariati (CS) e residente a Crotone, disponendo gli Arresti
Domiciliari, poiché indagato per “atti persecutori”, in quanto, dallo scorso maggio, avrebbe
posto in essere nei confronti della propria ex compagna, 37enne, crotonese, dei reiterati
comportamenti persecutori e minatori, consistenti nell’invio di numerosi messaggi molesti alla
sua utenza telefonica cellulare e in diversi appostamenti per riuscire ad avvicinarla sulla pubblica
via, anche alla presenza di altre persone, tanto da provocarle uno stato d’ansia perdurante e da
indurla a variare la proprie abitudini di vita;
b. 36enne, originario e residente a Cirò Marina, commerciante, determinando la misura
cautelare in carcere, poiché indagato per “maltrattamenti in famiglia”, in quanto, da giugno
del 2020, avrebbe posto in essere nei confronti della propria convivente, 27enne, originaria del
Marocco, dei comportamenti vessatori, consistenti in percosse, lesioni e ingiurie, culminati in
una lite per futili motivi, verificatasi lo scorso 14 novembre, durante la quale avrebbe lanciato al
suo indirizzo il proprio telefono cellulare, colpendola al volto e provocandole delle escoriazioni;
c. 49enne, originario e residente a Crotone, bracciante agricolo, irrogando la misura
dell’Allontanamento dalla Casa Familiare con il Contestuale Divieto di Avvicinamento alle
Persone Offese, poiché indagato per “maltrattamenti in famiglia”, in quanto, dall’8 ottobre
u.s., dopo essere rientrato presso la dimora familiare al termine di un periodo di detenzione in
carcere, avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente in diverse circostanze la moglie, da cui era
stato già denunciato in passato per il medesimo reato, e la loro figlia, adesso 21enne, le quali, al
culmine dell’ultimo episodio verificatosi il 21 novembre u.s., hanno abbandonato la loro casa e
trovato provvisorio rifugio presso l’abitazione di alcune amiche, nelle more dell’attivazione della
procedura di tutela delle persone vulnerabili prevista dal cosiddetto “Codice Rosso”.
In tutti i casi, sono risultate rilevanti, per le ricostruzioni degli eventi, le testimonianze rese dalle
vittime e dagli altri soggetti in grado di riferire circa i fatti contestati, che hanno permesso di
accertare le presumibili responsabilità dei predetti, i quali, dopo essere stati portati nelle Caserme,
sedi dei Reparti d’appartenenza degli operanti, sono stati sottoposti alle suddette misure cautelari e
messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante dei provvedimenti.