L’impegno di chi da trentacinque anni è parte importante del territorio. Partiti con l’idea di aiutare uno e non il mondo, in cammino sempre per incontrare nuovi bisogni.

“Giulio” un ragazzo che ha dato la spinta a concretizzare uno sogno, trasformare una necessità in un orizzonte e costruire futuri.

Nessun ragazzo doveva cedere alle lusinghe del malaffare e l’impegno di un gruppo di amici “disorganizzati” ha portato alla costruzione di una cooperativa che è eccellenza. Nessun obbligo alla salvezza, l’accettazione come forma di fratellanza come valore assoluto che si è sperimentata in tutte le esperienze che sono nate sulla scorta della necessità.

Il video della comunità di Sovereto è stato un susseguirsi di emozioni.

Un albero di ulivo imponente ricorda il tempo trascorso e tutto quello che è stato.

Le parole del past president sono cariche di emozioni e ricordi che ha trasmesso a quanti affollavano la platea della sala convegni. Un terzo settore che oggi in modo innaturale lo si paragona ad una realtà imprenditoriale ma è nato dalla sola spinta solidaristica che si è professionalizzato e arricchito di nuovi attori che hanno ruoli e mansioni centrali in quel vasto panorama che è la cura dell’altro.

Più che di bisognosi si è parlato di bisogni, di necessità di esserci per quanti arrivano in cerca di aiuto che può essere momentaneo o permanente.

Forse in questa cura per la fragilità umana che sta il segreto di tanta esperienza, l’uomo al centro e i servizi intorno.

Connessioni reali, fatte di carne e ossa che forse stridono nella società del virtuale ma hanno la forza di modificare narrazioni che ci vogliono disumani. 

Ad Agorà kroton a tutte le donne e gli uomini che la compongono diciamo grazie per dimostrare che

“Dev’esserci un colore da scoprire,un recondito accordo di parole

dev’esserci una chiave per aprire nel muro smisurato questa porta.

Dev’esserci un’isola più a sud,una corda più tesa e più vibrante,un altro mare che nuota in altro blu,un’altra intonazione più cantante.”