Nella scorsa giornata e nella mattinata odierna, a Cirò Marina (KR) e a Cirò Superiore
(KR), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo – Comando Provinciale
di Crotone hanno dato esecuzione ai sequestri in materia di misure di prevenzione di beni
immobili, mobili registrati e disponibilita’ finanziaria, per l’ipotizzata riconducibilità a tre
soggetti indiziati di appartenere ad una associazione di cui all’art. 416 bis c.p..
I destinatari delle misure in precedenza sono stati coinvolti nel p.p. c.d. Stige, che ha
riguardato le cosche di ‘ndrangheta cirotane, facendone emergere gli interessi e le
cointeressenze economiche sia sul territorio calabrese che su quelli di alcune regioni del
Nord Italia, nonché in Germania e in altri paesi europei.
In tale procedimento, con decisioni ancora non definitive, due dei predetti soggetti, all’esito
del giudizio abbreviato, sono stati condannati, in primo e secondo grado, e l’altro, all’esito
del giudizio ordinario, è stato condannato, in primo grado, per la ipotizzata partecipazione,
quali elementi di vertice, all’associazione di ‘ndrangheta della Locale di Cirò.
Le misure cautelari di prevenzione hanno riguardato 1 (una) lavanderia industriale
comprensiva del terreno, ove è collocata, 2 (due) aziende attive nel settore dei servizi
connessi con le attività di “wash & cleaning”, 2 (due) abitazioni, 2 (due) autovetture,
numerosi conti correnti sia bancari che postali e degli ulteriori rapporti o investimenti
finanziari di altra natura, per un valore di circa 3,5 Milioni (tremilionicinquecentomila/00) di
Euro.
Si tratta di tre provvedimenti di natura cautelare, adottati ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal
Tribunale di Catanzaro – Seconda Sezione Penale – Ufficio Misure di Prevenzione
nell’ambito di rispettivi procedimenti di prevenzione, sulla base delle articolate indagini
patrimoniali dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo – Comando
Provinciale di Crotone, con riguardo alla posizione reddituale dei destinatari, e dei rispettivi
familiari, volte a verificare la effettiva disponibilità, la provenienza dei beni e la
sproporzione del relativo valore rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.
I procedimenti di prevenzione, volti alla verifica della sussistenza dei presupposti per la
confisca dei beni, sono ancora in corso.