“Apprendiamo – si legge in una nota dei consiglieri Antonio Manica, Alessia Le Rose e Fabio manica – dagli organi di stampa che, in forza di un parere pro veritate reso dall’illustre giurista, prof.
Saitta, il sindaco Voce avrebbe sostenuto che i singoli comuni facenti parte di Congesi, il consorzio gestore del servizio idrico nella provincia di Crotone, non sarebbero tenuti a rispondere dell’ingente esposizione debitoria maturata in capo al consorzio stesso in quanto per le obbligazioni assunte in nome del consorzio, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile.
Orbene, in attesa di conoscere in dettaglio la tesi esplicitata in detto parere di cui non possediamo copia per approfondirne il contenuto, ci riserviamo, in occasione del prossimo Consiglio comunale richiesto in via di urgenza per discutere della vicenda Congesi, di esprimere la nostra posizione in merito alle conclusioni cui giunge l’illustre giurista.
Nel frattempo, sollecitiamo il sindaco Voce, il vice sindaco Cretella, l’assessore Scandale ad una breve
riflessione.
Nell’anno 2016, veniva dichiarato il fallimento di SOAKRO s.p.a, i cui soci erano nella quasi totalità i comuni oggi facenti parte di Congesi. Trattandosi di una società di capitali, dotata di autonomia patrimoniale perfetta, delle obbligazioni sociali ne ha risposto solo ed esclusivamente la società fallita senza alcun coinvolgimento dei singoli soci (comuni). Sicché, i creditori della società hanno potuto contare solo ed esclusivamente sul patrimonio aziendale, peraltro, del tutto insufficiente, per soddisfare le proprie ragioni creditorie in sede fallimentare.
A distanza di pochi giorni dal fallimento di Soakro spa, veniva costituito Congesi, società consortile per
azioni, con il medesimo oggetto e medesima composizione societaria della fallita Soakro spa in quanto
costituito dai singoli comuni della provincia di Crotone.
Pertanto, nella gestione del servizio idrico, si sono succeduti due soggetti, distinti nella veste giuridica ma
aventi in comune, sul piano della responsabilità per le obbligazioni sociali, il carattere dell’autonomia
patrimoniale e negoziale che li ha resi direttamente responsabili per le obbligazioni contratte nell’esercizio
dell’attività.
Tuttavia, la storia di Congesi è caratterizzata dalla circostanza, dai più ignorata, che l’avvio della propria
attività aziendale è avvenuto con organizzazione di uomini e mezzi e Know how appartenenti alla fallita
Soakro spa.
In estrema sintesi, in una sorta di continuità tra passato e presente, dalle ceneri della società fallita è sorto
un nuovo soggetto con diversa veste giuridica ma con i medesimi attori (comuni), il medesimo scopo sociale (gestione servizio idrico), il medesimo esiguo patrimonio iniziale e aspetto ancor più grave, con i medesimi problemi (gestione fallimentare per incapacità a recuperare i crediti maturati e a sanare l’ingente esposizione debitoria) ai danni ancora una volta dei creditori, con una sola differenza di tipo quantitativo, Soakro spa, infatti, è fallita per una debitoria di Euro 48.000.000,00, Congesi, allo stato, ha maturato debiti per complessivi Euro 45.000.000,00, pur applicando una tariffa nei confronti dell’utenza pari quasi al doppio rispetto a quella praticata da Soakro s.p.a.
Ed allora Signor Sindaco, Vice Sindaco e Assessore, il problema non sta solo nell’impossibilità ad adempiere alle proprie obbligazioni da parte di Congesi, di cui il comune non sarebbe, a Vostro dire, tenuto a risponderne (tale assunto, quand’anche corretto sul piano giuridico, non può non considerarsi riprovevole sul piano morale, proprio per la fonte da cui proviene, posto che a rimetterci saranno sempre i fornitori i quali vedranno svanire ancora una volta dopo la vicenda Soakro la possibilità di incassare legittimamente i crediti maturati) ma nella responsabilità, a nostro avviso, ragguardevole, ravvisabile nella scellerata decisione assunta dall’Amministrazione comunale di mantenere, quale socio di maggioranza, la partecipazione in un consorzio vietata per legge, ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 del TUSP, condividendone una gestione fallimentare che faceva e fa “acqua” da tutte le parti, con effetti pregiudizievoli sugli equilibri di bilancio del comune.
Ed invero, ci troviamo di fronte ad una vicenda, da un lato, frutto della peggiore politica, viva e vegeta che
vede nel sindaco Voce e nella sua amministrazione ottimi e qualificati interpreti allorquando insistono,
pervicacemente, a sostenere le ragioni di un consorzio oramai decotto perché dalla debitoria insostenibile e destinato alla chiusura, dall’altro, sintomatica, sul piano amministrativo, di come in questo lembo di terra della Calabria, nella gestione della cosa pubblica, non si riesca a porre rimedio a comportamenti, azioni e decisioni fallimentari, ripetuti nel tempo, come nel caso di SoaKro e Congesi, che assumono i contorni di una sistematica e tollerata truffa perpetuata nel più assoluto silenzio di istituzioni e politica.”