In questa serata di novembre, con il cielo illuminato dai fulmini ed il silenzio rotto dal frastuono dei tuoni, i pensieri, che in queste lunghe giornate si sono rincorsi, i sentimenti e le emozioni che si sono sovrapposti, cercano di fluire e confluire in una riflessione.

Decido di affidarla a quello che mi rappresenta maggiormente: la scrittura, momento di terapia che da individuale diventa sociale.

Giulia, non ci giro intorno, non riesco ad ignorare…

Ed allora con ordine e senza equivoci o titubanze esordisco con un’affermazione che per me è pietra angolare per qualsiasi ragionamento: LA PERSONA.

Non riesco a circoscrivere l’omicidio di Giulia e delle oltre 80 donne dall’inzio dell’anno ad una contrapposizione di genere, in questo lungo, lunghissimo elenco di vittime, aggiungo i ragazzi/e che si sono tolti la vita perchè oppressi, perchè bersaglio, tutti coloro la cui colpa è stata quella di non essere riconosciuti come PERSONE, come portatori di sentimenti, aspirazioni, relazioni, sogni.

Le contrapposizioni sono propaganda per chi preferisce il marketing, per chi finanzia la pubblicità e priva i centri anti violenza di sostegno e risorse economiche ed umane, per chi crede che una norma, un’ulteriore norma potrà disinnescare rabbia, violenza!

E in questi giorni si dibatte intorno alle dichiarazioni della giovane sorella di Giulia che punta il dito contro il patriarcato, ebbene, non voglio credere di essere portatrice di verità, ma azzardo, cercando di entrare nel suo sentire, che probabilmente “patriarcato” non è il padre padrone maschilista degli anni ’50, secondo un modello che vuole, vorrebbe, la donna subalterna, ma si tratta di una percezione dell’altro come strumentale e funzionale alle proprie idee, aspettative, ideologie e debolezze.

Patriarcale è l’atteggiamento di chi esaspera le relazioni umane, di chi accentra su stesso e svuota l’altrui esistenza.

Ciascun, individuo, ciascuna PERSONA, è chiamata ad agire, con responsabilità, con determinazione, perchè comportamenti, atteggiamenti “patriarcali” non siano giustificati, avvallati dalla cultura della tolleranza, del “ma lei, ma lui, ma forse, ma si dai…”

Le azioni hanno conseguenze, i silenzi hanno conseguenze, le omissioni hanno conseguenze!

E allora concludo facendo mio un estratto di una poesia struggente che in questi giorni riempe i nostri silenzi: “se domani non torno distruggi TUTTO! “

Poesia del 2017 di Cristina Torres Cáceres

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.