di seguito la nota del Capo Gruppo di Azione Salvo Riga.

“Proprio nel porto di Crotone, no, ed aggiungo in nessun altro porto, si può accettare quanto sta avvenendo alla nave della ONG Humanity 1, in merito al fermo amministrativo di 20gg e alla sanzione economica inflitta, dopo aver salvato giovedì scorso 200 migranti ed aver impedito l’annegamento di 46 persone che erano già in acqua.
Il contrasto all’immigrazione clandestina non passa attraverso il fermo dell’attività delle flotte civili impegnate nel mar Mediterraneo nel salvataggio di vite umane.
In un quadro politico europeo confuso ed inerme il numero dei naufragi è aumentato, registrando nel 2023 oltre 2000 morti, che si aggiungono ai 26 mila morti degli ultimi 10 anni. Numeri spaventosi, come il numero delle vittime del naufragio di Cutro, 94 vittime accertate ed un numero imprecisato di dispersi.
Le organizzazioni civili impegnate in attività di soccorso e ricerca (SAR) rappresentano l’unico mezzo di salvezza, riempiendo il vuoto degli Stati europei, colpevoli di aver lasciato volutamente le attività di salvataggio in mare, con l’interruzione delle proprie operazioni SAR.
Contrastare le attività di soccorso in mare, oggi è un atteggiamento in assoluto non adeguato in merito al
contrasto delle attività delle organizzazioni criminali dedite al trasporto clandestino dei migranti.
Ricordo che le attività SAR, sono svolte in un quadro giuridico internazionale (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo) e, nonostante ciò, da sempre purtroppo si registra da parte dell’attuale Governo, una narrativa che criminalizza il salvataggio in mare.
C’è d’aggiungere, che il decreto del 2 gennaio 2023, che regola le attività di salvataggio a mare da parte delle ONG, contraddice il diritto marittimo internazionale ed il diritto europeo, le cui regole introdotte, non agevolano le attività di soccorso, ma introducono una certa “burocrazia” nelle attività di soccorso a mare e nella scelta del porto in cui sbarcare.
Ritengo inopportuno, le motivazioni riportate nel verbale di arresto, fondato sulle dichiarazioni di un paese che oggi non rappresenta e non garantisce nelle proprie acque e nei centri di contenimento, sempre più somiglianti a dei veri e propri lager, il rispetto della vita umana e di ogni legge internazionale in materia di diritti civili.”