Di seguito la nota del consigliere comunale del gruppo #CrotoneCittàditutti Antonio Megna.

Questa mattina, l’amministrazione comunale ha deciso di chiudere la bocciofila di Papanice.
Nulla da dire dal punto di vista legale: il provvedimento è assolutamente legittimo, ma dal punto di vista sociale ed umano è un atto inaccettabile e deplorevole, che ci dà il preciso termometro di quanto questa amministrazione sia sentimentalmente connessa con la propria comunità.
È chiaro che strutture come questa, che non è l’unica sul territorio comunale, non possono essere gestite come tutte le altre, perché più che carattere sportivo e agonistico, assumono il ruolo di spazi
sociali e di aggregazione.
Era chiaro ed evidente che la gara per l’affidamento della bocciofila di Papanice sarebbe andata deserta. Era chiaro e l’abbiamo anche detto, ma questa amministrazione, sorda e cieca, non ha voluto darci retta.
Questa non è una struttura sportiva che può reggersi economicamente da sola, nonostante i bassi costi di gestione, perché è evidente che non stiamo parlando di un palazzetto dello sport o di un campo di calcetto.
Una cosa, però non si comprende: perché questa struttura è stata chiusa proprio oggi? Perché la chiusura non è avvenuta quando è andata deserta la prima gara? Perché non è stata chiusa quando è andata deserta la seconda gara?
Perché proprio oggi?
La bocciofila di Papanice va tutelata, così come va tutelata quella comunità che vive intorno a questa struttura che non può essere vittima di una fredda e cinica burocrazia o dell’odio di qualche soggetto che, per rancori personali, si trasforma in becere segnalazioni.
Papanice va tutelata, lo sport minore va tutelato, gli spazi sociali e di aggregazione vanno tutelati.
Il mio impegno, e quello del mio gruppo, è rivolto a salvaguardare questa struttura e faremo di tutto per far sì che questa chiusura sia solo momentanea. Ho già raccolto il grido di dissenso che si è alzato oggi su Papanice, l’ho fatto mio e ne sarò portavoce. La nostra reazione sarà di comunità per tutelare i pochi spazi che abbiamo a disposizione.