Brucia Parco Pignera, e le macerie si raccolgono in tutta la città impegnata, o meglio sotto assedio ormai da troppo tempo: a contendersi questo fazzoletto di terra, in perenne attesa di rilancio e di un liberatore, gruppi e gruppetti, spesso, sempre più spesso rappresentativi solo di stessi, ma che riescono a far germogliare e crescere la pianta del risentimento, dell’odio, non politico (magari fosse quello), ma personale, una fame di sopraffazione e non di affermazione.

E così capita che ignoti, ancora una volta con il favore dell’oscurità (ma poi mica tanto oscurità..) appiccano il fuoco a Parco Pignera, ancora una volta, l’ennesima, con puntualità quasi maniacale, nella stessa serata in cui si svolge il concerto per l’inaugurazione dell’opera di Jorit, lì a poche centinaia di metri di distanza…

E capita che invece di fare analisi, autocritica, di stringersi alla città e con la città fare fronte comune, come in battaglia, perchè ricordiamolo i cattivi non sono i giornalisti che fanno domande, non sono i cittadini che chiedono risposte, non sono neanche gli amministratori che commettono errori.

I cattivi sono quelli che vogliono la città ostaggio del malaffare, che non è quello presunto ad uso e consumo delle fazioni social, è quello che cresce e prolifera negli spazi sottratti alla socialità, è quello che della violenza e dell’intimidazione fa un modus operandi e vivendi, sono le morti ancora senza colpevoli consumate nel centro città in una normale mattinata, sono le risse a tarda notte nelle strade adiacenti al lungomare cittadino: emarginazione e malaffare un connubio perfetto!

E così anche oggi abbiamo perso una buona occasione, quella di abbassare i toni per ascoltare anche l’altrui voce, quella per non creare un fantomatico nemico, ma per guardare e vedere quello reale.

E così mi chiedo si tratta solo miopia o piuttosto di strategia?

La cosa pubblica non è mai affare personale, non lo è negli obiettivi perseguiti, non lo è nelle modalità adottate, non lo è nelle relazioni, e tanto meno nella gestione e nel dialogo che pure deve esserci, se il nostro vivere è ancora quello “civile”, con gli avversari politici, controparte, non antagonisti, e ancor meno nemici.

E allora, e lo scrivo ormai da tempo, restituiamo valore alle parole, quelle scritte e quelle pronunciate, restituiamo dignità alle persone, e non già a nickname e nomi utente, restituiamo dignità alla città, tutti responsabili, tutti prima che vittime carnefici…ricordiamolo sempre!!