Di seguito la nota dei consiglieri comunali Andrea Devona, Enrico Pedace, Giuseppe Fiorino, Vincenzo Familiari, Salvatore Riga, Alessia Lerose, Antonio e Fabio Manica,

Nei giorni scorsi il procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia , uno dei
massimi rappresentanti degli interessi della collettività e dello Stato presenti sul nostro
territorio , ha svolto , sui media locali , alcune riflessioni che toccavano ,e toccano, il tema
degli abusi sulle coste di Crotone , non limitandosi , del resto, solo a quello . E per
affrontare le delicate e , almeno per gli amministratori inadempienti , fastidiose tematiche
si è servito di una metafora . Quella del bicchiere mezzo pieno. E del bicchiere mezzo
vuoto.
Prima di esternare alcune nostre riflessioni a margine dell’intervento del procuratore ,
certamente meno autorevoli di quelle da Lui svolte , vorremmo esprimergli , estendendolo
anche a tutti i suoi collaboratori , il nostro senso di gratitudine per il lavoro svolto e per il
lavoro che sicuramente continueranno a svolgere.
Punta Scifo e la demolizione di alcune case abusive realizzate sul promontorio Lacinio
sono state , e sono, un ottimo risultato , frutto di uno straordinario lavoro di squadra , nato
nella considerazione , e nella consapevolezza, che quel promontorio riveste un importanza
strategica non solo per Crotone ma per tutta l’area del Mediterraneo e che per questo , va
tenuto sotto controllo e va salvaguardato anche dagli attacchi degli abusivi che deturpano
e accelerano i naturali processi degenerativi in atto, e in divenire. Attacchi che cercano di
privare i crotonesi , e non solo loro, di un bene comune e del suo straordinario paesaggio
.Unico in tutta la riva Sud d’Europa . Ma è altrettanto vero che , sotto quest’aspetto, e
allontanandoci , almeno momentaneamente, dal tema delle nostre riflessioni successive ,
non possiamo esimerci dall’annotare che quel promontorio oltre che dagli abusi e dagli
abusivi va difeso anche dal rischio dell’erosione costiera e del suolo . E dal rischio
idrogeologico . Rischi sempre più incombenti e, complici i cambiamenti climatici, sempre
più difficili da affrontare .
Una volta svolte le nostre prime veloci riflessioni su quelle attività che il procuratore
Capoccia ha definito metaforicamente il bicchiere mezzo pieno, vorremmo fare alcune
considerazioni ,necessarie e imprescindibili , sull’altra faccia della medaglia. Sulle cose
non fatte . Sulle lentezze e sulle difficoltà che bloccano l’attività di controllo del territorio, e
dei beni e degli spazi pubblici, da parte del Comune di Crotone . A questo riguardo,
rifuggendo anche dal pensiero comune e prevalente, noi riteniamo che il fenomeno
dell’abusivismo non possa essere circoscritto solo a quello relativo alla costa ma vada
esteso a tutto il perimetro urbano, devastato e abbrutito da un abusivismo dilagante e
quasi sempre impunito che , nel tempo, ha reso Crotone una città anonima e anodina .
Per questo riteniamo che devono essere intensificati , aumentati e allargati i
provvedimenti di sequestro di abusi e di lottizzazioni abusive non solo sulla costa ma
sull’intera area urbana. Provvedimenti di sequestro che devono essere supportati dal
contributo decisivo da parte dell’amministrazione comunale che non può limitarsi solo ad
un attività ordinaria e che deve, invece, utilizzare tutta la sua forza organizzativa e
burocratica per abbattere e demolire , ipso momento, tutto quello che la legge e le
normative prevedono , attuando , a questo riguardo , politiche di controllo del territorio
a partire dal censimento degli immobili abusivi ; smaltendo le ordinanze di
demolizione giacenti e dimenticate ; rimandando al mittente domande di sanatoria
edilizia che riguardano richieste prive di requisiti a cui gli uffici comunali non
rispondono lasciandole in sospeso ; intensificando il controllo sulla panificazione
comunale e sul rispetto degli adempienti di legge.
E anche se l’ amministrazione comunale di Crotone, come tutte le amministrazioni
pubbliche, dovesse individuare la carenza di risorse come principale causa della scarsa
manutenzione del territorio e della sopravvivenza di manufatti abusivi , questa motivazione
deve essere considerata , e denunciata, come un atto d’irresponsabilità e , a nostro
parere, di corresponsabilità e per questo da non prendere in considerazione . Per due ordini di motivi. Il primo. Non viene irrogata agli autori degli abusi la sanzione che può arrivare fino a 20 mila euro, come previsto dalla legge . Il secondo. Consente agli abusivi di continuare a beneficiare degli immobili senza corrispondere alcuna
indennità né i tributi previsti dall’ordinamento, rinunciando di fatto a risorse preziose per finanziare le demolizioni.
Del resto le ingenti risorse del programma Next Generation EU e del Piano di ripresa e di
resilienza nazionale destinate alla “rivoluzione verde” e alla “transizione ecologica”
forniscono slancio decisivo alle iniziative dei comuni che perseguono obiettivi ambiziosi
quali la promozione della “bellezza delle città e dei territori, dell’architettura
contemporanea e della qualità dell’edilizia pubblica e privata” ed un “consumo di suolo
tendente a zero” . Tutti obiettivi che si possono conseguire attraverso
l’incentivazione degli interventi finalizzati alla riqualificazione urbanistico-
ambientale, in modo da incanalare la pianificazione e l’attività edilizia in una
prospettiva incentrata sulla rigenerazione piuttosto che sulla espansione del
patrimonio immobiliare (riuso di edifici, aree e infrastrutture e la rigenerazione del
territorio urbanizzato) . Tutti obiettivi che a Crotone si potrebbero raggiungere a patto che l’attuale amministrazione
comunale , dopo aver preso coscienza che “quelli di prima non ci sono più”, procedesse
con l’adozione del Piano Strutturale Comunale , abbandonando , e mettendo in soffitta, il
vecchio e , per alcun versi , comodo Piano Regolatore Generale , obsoleto e datato , con il
conseguente aggiornamento delle politiche di pianificazione e delle regole di
perequazione e compensazione dei diritti d’uso dei suoli; con l’espansione delle
prerogative di partecipazione dei portatori di interessi; con l’introduzione di nuovi
strumenti di “governance” delle politiche urbanistiche e di coordinamento e leale
collaborazione tra gli attori coinvolti , concepiti per accrescere la conoscenza del
territorio e del suo sviluppo urbanistico e favorire scelte comuni tra gli attori
interessati. In ogni caso, al di là dell’ingente mole di risorse disponibili , per noi al momento solo sulla carta,
per quanto ci riguarda , Crotone da una situazione così complessa può uscirne solo
attraverso una strategia partecipata e condivisa per la quale occorre una cabina di regia
tra il Comune, gli ordini professionali , le associazioni datoriali , le organizzazioni sindacali
, il mondo del terzo settore e del volontariato, la prefettura , la procura della repubblica e le
forze dell’ordine .
Un grande lavoro di squadra per la cura , la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del
territorio , per guardare al futuro con fiducia e con ottimismo nel tentativo di lasciare ai
nostri figli un mondo migliore di come l’abbiamo trovato noi .