La Direzione museale ha svolto il ruolo di partner istituzionale nella realizzazione del Kroton Lab.
Un ruolo svolto in modo attivo e partecipato per dare un contributo fattivo al fine di affinare i
prodotti del progetto e renderli più funzionali soprattutto alle esigenze del museo archeologico di
Capocolonna.
Abbiamo voluto approfondire l’argomento con Gregorio Aversa, direttore del Museo archeologico
nazionale di Crotone e Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, che sta seguendo il
progetto sin dalla sua nascita.
“Io spero che questo progetto – ci ha raccontato Aversa – riesca a rendere il museo di Capocolonna
più efficiente dal punto di vista multimediale. Mi sono reso conto che i visitatori hanno bisogno di
essere accompagnati durante la propria visita ed i prodotti multimediali che il Kroton Lab mette a
disposizione si prestano in questo senso. Chiaramente questa non è un’operazione che cura solo
l’immagine, una bella maniera per presentare le cose, ma deve trasmettere conoscenza in una forma
diversa, ecco perché si è lavorato con criterio e qualità, con attenzione al contenuto scientifico”.
La caratteristica principale dei prodotti multimediali è proprio nella loro possibilità di essere
aggiornati senza essere stravolti, in modo tale da assecondare scoperte o studi e ricerche futuri che
potrebbero anche modificare la percezione che oggi abbiamo di alcune ricostruzioni.
“Noi speriamo – ci confida il direttore – di poter procedere con la ricerca sul campo, in modo tale
da essere stimolati ad aggiornare sempre i nostri prodotti”.
Sono tanti i prodotti del Kroton Lab che spaziano nell’utilizzo di più tecnologie e diversi linguaggi.
Alcuni di questi sono stati accuratamente lavorati proprio per il museo di Capocolonna.
“Io conto che tutto sia d’interesse e che tutto sia utile e apprezzato dai nostri visitatori. Quello, però,
a cui tengo di più, forse perché l’ho seguito con più attenzione e più interesse, è il video intitolato
“Capo Lacinio. Il mito, nel tempo” una modalità innovativa per raccontare la storia e l’evoluzione
del promontorio Lacinio partendo proprio dalla fondazione, in maniera sintetica, rapida e
accattivante. Il video, che è stato prodotto in doppia lingua, italiano e inglese, sarà collocato
all’interno del museo di Capocolonna, nella parte iniziale del percorso di visita. Sono convinto che
possa avere la sua efficacia”.
Susciterà l’interesse dei visitatori un altro prodotto innovativo, il “Tavolo interattivo”, uno
strumento multimediale che consentirà, tramite la proposta di percorsi tematici e la ricreazione in
modellazione 3D, di comprendere meglio i reperti archeologici presenti nel museo e la loro
collocazione originaria.
Il successo e la fruizione di musei e parchi archeologici e sono oramai determinati dal “racconto”.
Un reperto, al di là della sua bellezza o grandezza, agli occhi di chi lo guarda, diventa più

interessante rispetto a cosa può testimoniare e raccontare, dalle storie degli uomini agli spazi, che vi
si sono succeduti intorno.
Kroton Lab mette a disposizione alcuni strumenti che rendono il racconto più avvincente e più
fruibile.
L’uso dei fumetti e della realtà aumentata va proprio in questo verso.
“Il fumetto – aggiunge il direttore Aversa – sono convinto che sia uno strumento molto utile per
avvicinare le nuove generazioni, ma in generale gli strumenti di Kroton Lab ci consentono di
interagire con più pubblici. Che poi è il problema dei musei che vengono spesso accusati di essere
troppo statici, troppo rivolti agli addetti ai lavori o a chi ha un livello culturale adeguato alla visita,
insomma l’accusa che si fa ai musei è quella di essere noiosi. Il racconto dovrebbe dare una risposta
a questo problema, agevolare la lettura e la comprensione immediata del reperto. D’altronde quando
una cosa viene compresa da un bambino, vuol dire che è comprensibile per tutti e non perché i
bambini non siano all’altezza, tutt’altro. I bambini hanno più senso critico ed un livello di
attenzione maggiore rispetto agli adulti, vogliono capire e se una cosa non gli torna te lo dicono.
Ecco la sfida è riuscire a raccontare il reperto, il luogo, la storia in modo tale da essere realmente
completa e alla portata di tutti, e i prodotti multimediali del Kroton Lab sono sicuramente strumenti
adeguati per centrare questo obiettivo”.
Il timore è che, come spesso accade nel nostro territorio, il Kroton Lab sia il solito progetto che, una
volta realizzato, viene poi dimenticato, ed invece è un progetto che ha potenzialità di sviluppo
enormi.
“La risposta dovrà venire proprio dal pubblico! – risponde Aversa – Saranno i visitatori a dirci se e
quanto il Kroton Lab funzioni. Lo strumento tecnologico è di per sé molto versatile e quindi si
presta anche ad adeguarsi alle esigenze del visitatore. Critiche e suggerimenti ci potranno consentire
di migliorare e rendere più efficienti ed efficaci i prodotti del Kroton Lab. Di certo sono convinto
che l’aggiornamento continuo di questi prodotti sarà utile farlo”.
Il racconto di Kroton è una sfida, non solo per le nuove tecnologie, ma anche per archeologi e
ricercatori, ancora tutta da affrontare.
“Potrei affermare – conclude il direttore Aversa – che noi abbiamo raccontato, fino ad oggi, soltanto
il 10 per cento di Kroton. Abbiamo un’idea precisa di Kroton, ma spesso ci sfugge il dettaglio.
Ancora oggi ci sono visioni e ricostruzioni molto diverse tra loro e questa diversità è dovuta proprio
all’assenza dei dettagli. Abbiamo tante fonti letterarie scritte che ci raccontano l’importanza che
Kroton ha avuto nella sua storia, ma dato che i materiali, gli oggetti e le situazioni sul campo
risultano limitate, allora si scatena da una parte la fantasia, dall’altra la voglia di conoscere e di
comprendere il più impossibile in profondità”.
Il progetto Kroton Lab sarà presentato giovedì 26 maggio, proprio nei locali del museo
archeologico di Capocolonna.