Un filo invisibile lega il sud Italia al Messico, una tradizione antichissima che ha colori diversi ma anima simile.
Questa notte un ponte immaginario ha portato i nostri cari estinti sulla terra, questa notte il
Mondo dei vivi e dei Morti si ricongiunti in una lunga notte di preghiera e ricordi.
La Disney, che ha da sempre il merito di raccontare storie di straordinaria bellezza, diversi anni fa con il racconto del piccolo Miguel di “Coco” ha fatto brillare più di qualche occhio e fatto riaffiorare alla mente ricordi di una candida infanzia felice.
Come nel suo Messico anche nel profondo Sud nella notte di ogni santi i morti di famiglia fanno ritorno a casa per portare doni ai parenti, un gesto che li ringrazia per mantenere viva la loro memoria. Esponiamo ancora sui nostri comó delle camere da letto le foto dei nostri cari, mia nonna aveva un album di foto dei suoi parenti defunti che conservava con cura per non dimenticare nessuno e onorarne la memoria. Nessun eroe di guerra o personaggio distinto, familiari, amici o conoscenti che secondo lei meritavano di essere ricordati. Una grave cosa non ricordare più i nostri antenati, così come nel lungometraggio Disney, chi non viene ricordato si spegne per sempre.
Quello che vive nel cuore non muore mai, si tramanda di generazione in generazione facendo in modo che i ricordi del passato facciano parte di noi e ci caratterizzino nei giorni a venire rendendo le nostre esistenze piene.
Portiamo avanti questa nostra tradizione della “calza dei morti”, facciamo mettere ai nostri bambini un calzino che al mattino si trova pieno di cioccolate e caramelle, continuiamo a portare avanti tradizioni che sono cultura storica di un paese che merita ancora di avere una sua identità e una sua tradizione.
Fatelo per la nonna Tanina che era felice di telefonarmi al mattino per chiedermi cosa mi avessero portato i morti e mi faceva vestire bene per andare il pomeriggio a portare dei fiori sulle tombe dei nostri morti, in un cimitero vivo in quel giorno, che per un solo giorno si trasformava nella piazza del paese. Tutte le tombe piene di fiori, qualche lacrima le scorreva sul viso ma in quel giorno era un dolore condiviso che pesava di meno. Un luogo che si vestiva di vita in quella lunga giornata magica.
L’eterna memoria dona loro